Cosa significa lavorare nel nostro Coworking per 8 anni: i pro (svariati) e i contro (…). Intervista a Giulia Ferrandi!
La nostra coworker Giulia Ferrandi, talentuosa graphic designer e illustratrice, ci lascia dopo 8 anni di piacevolissima convivenza professionale.
Il nostro modo di salutarla è questa intervista, che è anche un’occasione per fare il punto su un’esperienza che – essendo iniziata in tempi in cui il Coworking era molto meno conosciuto (parliamo del 2015), avendo attraversato una pandemia, un matrimonio e la nascita di due figli – riteniamo sia una bella testimonianza di vita, non solo professionale.
E poi, anche se siamo abituati da oltre 15 anni ad avere sempre nuove persone, quando qualcuno ci lascia dopo così tanto tempo è sempre un momento particolare, quindi salutiamoci con una cosa bella!
Di tutto quanto abbiamo vissuto, insieme alla Coworking community di Cowo® Milano Lambrate, vogliamo ringraziare di cuore Giulia, e augurarle tutto il meglio nelle sue future avventure professionali.
Ed ora lasciamole la parola!
Cowo® Milano Lambrate: Giulia, grazie per aver accettato di raccontare la tua esperienza di Coworking!
Prima di tutto però conosciamoci: ci racconti qual è il tuo lavoro?
Giulia Ferrandi: grazie a voi!
Sono graphic designer e illustratrice, lavoro come libera professionista sia per agenzie di comunicazione, editori e case di produzione video, che per aziende e privati.
Cowo® Milano Lambrate: Come hai incontrato il Coworking?
Quanto tempo fa?
Giulia Ferrandi: ho incontrato il Coworking nel 2015, quando, dopo circa 7 anni di lavoro come interna in alcune agenzie pubblicitarie, ho deciso di mettermi in proprio.
Inizialmente avevo adibito a studio la mansarda della casa dove vivevo, in un’altra città; dopo i primi mesi ho deciso di trasferirmi a Milano, dove si trovava la maggior parte dei miei clienti.
In particolare, una delle aziende per cui lavoravo aveva chiesto la mia presenza part-time presso la propria sede per un certo periodo, così ho dovuto cercare uno studio per gestire il resto del lavoro, e ho trovato nel Cowo® di Via Ventura a Milano lo spazio idoneo, professionale, flessibile e sostenibile, che, nel giro di un anno, è diventato il mio spazio di lavoro principale.
Cowo® Milano Lambrate: Sono quindi parecchi anni che lavori al Cowo®! Com’è andata, inizialmente?
Giulia Ferrandi: 8 anni!
Inizialmente non avevo idea dell’esistenza di una soluzione del genere; adesso mi rendo conto che se avessi dovuto proseguire da casa, o trovare uno spazio solo mio, la mia carriera avrebbe preso una piega diversa: per natura il mio non è un lavoro che porta al contatto con altre persone, se non virtuale, e credo che sarei tornata a malincuore a lavorare in un’agenzia di comunicazione qualsiasi pur di non soffrire l’isolamento.
Da subito sono stata felice di condividere lo spazio con altri professionisti.
Cowo® Milano Lambrate: Cosa ci puoi dire dei rapporti che si sono creati all’interno del Cowo®?
Giulia Ferrandi: I rapporti che si sono creati sono la parte più bella che questa esperienza mi ha regalato.
Forse chi sceglie questa dimensione ha delle affinità di fondo, al di là della professione svolta; poi c’è un clima di empatia e leggerezza, dato dal condividere alla fine tutti le medesime difficoltà.
Con alcuni coworker siamo diventati amici, di tutti ho un bellissimo ricordo.
Cowo® Milano Lambrate: E da un punto di vista lavorativo, il fatto di essere a contatto con altri, tutto il tempo, che conseguenze ha avuto nel tuo lavoro?
Quali i pro e quali i contro?
Giulia Ferrandi: Quando ho iniziato non avevo messo in conto questo aspetto, che ha avuto senz’altro un impatto positivo sul mio lavoro: ho avuto modo di lavorare per molti dei professionisti con cui ho condiviso lo spazio, a volte con piccoli incarichi – la creazione di un volantino o di una brochure – altre con progetti di ampio respiro, come lo studio di loghi e immagini aziendali, la creazione di siti web, la realizzazione di prodotti editoriali e progetti illustrati.
Credo che questa possibilità mi sia stata offerta sia perché altri professionisti avevano modo di valutare come lavoravo, non solo nel risultato, ma anche nel processo, sia per la semplicità e comodità di avermi lì.
A sorpresa, non ci sono stati dei “contro” – essere a disposizione costante del cliente, intuitivamente, fa temere invadenza o insistenza nelle richieste – per il generale clima di rispetto dato anche dal profilo di chi sceglie di lavorare in un contesto simile.
Sono inoltre nate delle belle collaborazioni con delle professionalità complementari alla mia, che hanno aperto ulteriori opportuintà.
Cowo® Milano Lambrate: Abbiamo capito che una delle cose che più interessano le persone che frequentano gli spazi di Coworking è la possibilità di incontrare opportunità lavorative.
Nella tua esperienza questo accade?
Giulia Ferrandi: Certo.
Forse ho già risposto esaurientemente, aggiungo che molte opportunità lavorative si sono concretizzate a distanza di tempo: professionisti che mi avevano conosciuto per una breve parentesi al Cowo® e che dopo anni si sono ricordati di me per un progetto specifico o per consigliarmi a collaboratori e clienti.
Questo processo non è stato unilaterale: anche io ho consigliato e fatto affidamento ai professionisti conosciuti in questo ambito.
Cowo® Milano Lambrate: Cosa bisogna fare per favorire questo tipo di “incontro professionale” a tuo avviso?
Quanto è importante l’approccio di chi gestisce il Coworking in questo processo?
Giulia Ferrandi: Come professionista non sono molto brava nell’aspetto “commerciale”, quindi mi astengo dal dare consigli in tal senso 🙂
L’incontro professionale, nel mio caso, è nato spontaneamente in una relazione di fiducia, sia personale che data dalla possibilità di osservare il modo in cui gestivo progetti e clienti, oltre che, nel concreto, nel vedere che cosa sapevo e potevo fare.
Anche l’approccio di chi gestisce il coworking, a mio avviso, è fondamentale, in modo che, da una parte, si mantenga il clima di rispetto reciproco di cui ho parlato, e, dall’altra, si creino occasioni di incontro e scambio, anche solo proponendo un caffè per rompere il ghiaccio con un nuovo arrivato.
Per conoscere meglio Giulia Ferrandi: